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Protocollo di intervento

INTERVENTO BELFOR

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“Protocollo di Sanificazione BELFOR”

All’interno dei servizi di technical cleaning di BELFOR è presente un protocollo di intervento per la sanificazione di ambienti, arredi a superficie dura, serramenti, unità di trattamento aria, condotte aerauliche o camere bianche.
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Key factors

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Utilizzo DPI

Per garantire la sicurezza dei nostri operatori e dei Clienti presso cui siamo chiamati a intervenire, tutto il personale BELFOR è sottoposto a un protocollo di sorveglianza sanitaria specifico, ha conseguito una formazione sul rischio biologico con focus sul nuovo virus Covid-19 e opera utilizzando DPI specifici e idonei per il singolo rischio (come da protocollo sanitario):

  • Tuta chimica a protezione degli agenti infettivi secondo la norma (UNI EN 14126:2004);
  • Guanti a protezione da agenti biologici, protezione contro batteri, funghi e virus (UNI EN ISO 374-2:2020 e UNI EN ISO 374-5:2017);
  • Scarpe di sicurezza (UNI EN ISO 20345:2012, UNI EN ISO 20346:2014, UNI EN ISO 20347:2012)
  • Calzari a protezione del DPI scarpe di sicurezza;
  • Semimaschere e maschere a pieno facciale con filtro FFP3 e possibilità di essere collegate a un sistema di ventilazione (UNI EN 140:2000 – Semimaschere e quarti di maschera; UNI EN 149:2009 – Semimaschere filtranti antipolvere)
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Prodotti di sanificazione

Le procedure di sanificazione impiegate da BELFOR prevedono l’applicazione sistematica di prodotti qualificati come Presidi medico-chirurgici.

Le schede di sicurezza e le schede tecniche dei prodotti chimici impiegati verranno fornite a inizio intervento, così come la documentazione prevista dal D.Lgs. n.81 del 2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro).

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Processi di sanificazione

L’attività di sanificazione BELFOR segue una procedura operativa specifica che comprende:

  1. Sanificazione mediante nebulizzazione a freddo dei locali con soluzione Presidio Medico-Chirurgico a base acqua di Perossido di idrogeno, Acido Acetico e Acido Peracetico con ampia attività microbiologica, battericida e fungicida e di inattivazione dei virus. Rappresenta trattamento di sanificazione con sostanze generate in situ a completamento e ottimizzazione delle procedure di pulizia e disinfezione ordinaria intraprese dalla Azienda. Tempo di applicazione del prodotto: 15 minuti.

  2. Sanificazione manuale delle superfici dure dei punti di contatto degli arredi, dei serramenti, dei banchi lavoro, delle postazioni di lavoro e dei sanitari mediante applicazione con panno in tessuto di prodotto Presidio Medico-Chirurgico a base alcool o a base di sali quaternari e alcool. Tempo di applicazione del prodotto sulle superfici: 5 minuti.

  3. Sanificazione pavimentazione mediante ipoclorito in soluzione, disinfettante battericida per la disinfezione della pavimentazione. Tempo di applicazione del prodotto sulle superfici: 60 minuti.

  4. Se richiesto dalla Committente, Ozonizzazione in ambiente. L’ozono è una molecola instabile, molto reattiva, costituita da 3 atomi di ossigeno (O3); la reattività è data dal fatto che la molecola tende a perdere uno degli atomi di ossigeno che è prontamente disponibile per legarsi ad altre molecole, ossidandole. La molecola di ozono è un gas che ha un’emivita variabile in funzione della temperatura e dell’umidità dell’aria, in condizioni ambientali “reali” (ovverosia in presenza di aria umida) ha un’emivita intorno ai 30 minuti a temperatura ambiente. Rappresenta trattamento di sanificazione con sostanze generate in situ a completamento e ottimizzazione delle procedure di pulizia e disinfezione ordinaria intraprese dalla Azienda.

L’attività lavorativa può essere ripresa dopo due ore dall’intervento di sanificazione BELFOR.

L’ozono può essere considerato un sanitizzante?

L’ozono generato in situ a partire da ossigeno è un principio attivo ad azione “biocida” in revisione ai sensi del BPR2 come disinfettante per le superfici (PT2 e PT4) e dell’acqua potabile (PT5) e per impiego nelle torri di raffreddamento degli impianti industriali (PT11). Sebbene la valutazione non sia stata completata, è disponibile un’ampia base di dati che ne conferma l’efficacia microbicida anche sui virus (Carpendale MTF and Freeberg JK, Ozone Inactivates HIV at Noncytotoxic Concentrations, Antiviral Res.,16(3):281–292 (199120-27) e Hudson JB, Sharma M, Vimalanathan S. Development of a Practical Method for Using Ozone Gas as a Virus Decontaminating Agent. Ozone-Science & Engineering. 2009;31(3):216–23).

In attesa dell’autorizzazione a livello europeo, la commercializzazione in Italia come PMC con un claim “disinfettante” non è consentita data l’impossibilità (generazione in situ – produzione fuori officina) di individuare un sito specifico da autorizzare come previsto dalla normativa nazionale. Pertanto, in questa fase, l’ozono può essere considerato un “sanitizzante”.

L’utilizzo dell’ozono è attualmente consentito a livello internazionale in campo alimentare, per i servizi igienico-sanitari di superficie e acque potabili (FDA, USDA, US-EPA, CNSA).

Per ulteriori approfondimenti relativi all’utilizzo dell’ozono consulta il “Rapporto ISS COVID-19 n.56/2020 del 23.07.2020”.

Fonti:

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Galleria

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Case Study

Di seguito una selezione delle Case History più rappresentative degli interventi di sanificazione effettuati da BELFOR.

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F.A.Q.

Quando è necessaria un’attività di sanificazione?

Come stabilito dal DCPM del 26 la sanitizzazione delle superfici all’interno degli ambienti può avvenire mediante nebulizzazione a freddo dei locali con soluzione con ampia attività microbiologica, battericida e fungicida e di inattivazione dei virus, previa copertura con teli in polietilene a protezione di apparecchiature elettroniche. È bene ricordare che la natura chimica del prodotto utilizzato è quanto influenza maggiormente l’efficacia delle procedure di pulizia e/o disinfezione, rispetto alle modalità con cui esso è distribuito nell’ambiente da decontaminare. Ciò nonostante, un beneficio indubbio dell’utilizzo di questa modalità è quello di raggiungere direttamente superfici più ampie e/o inaccessibili rispetto alla semplice applicazione diretta del disinfettante sulle superfici.

L’intervento di ozonizzazione avviene, invece, mediante l’installazione di ozonizzatori. L’ozono è una molecola instabile molto reattiva, costituita da 3 atomi di ossigeno (O3); la reattività è data dal fatto che la molecola tende a perdere uno degli atomi di ossigeno che è prontamente disponibile per legarsi ad altre molecole, ossidandole.

L’ozono è in grado di ossidare sia composti organici che inorganici. L’azione ossidante dell’ozono fa sì che possa essere utilizzato come agente battericida, fungicida e inattivante dei virus. Per l’inattivazione dei virus è richiesta una somministrazione di gas a concentrazioni superiori rispetto a quella richiesta per i batteri, anche se i virus provvisti di rivestimento (come SARS-CoV-2) sono più sensibili rispetto a quelli che ne sono sprovvisti. L’ozono non distrugge direttamente i virus ma li inattiva: danneggiando le molecole presenti sul rivestimento più esterno li rende inabili di attuare l’interazione specifica con i recettori delle cellule da invadere (viene bloccato il primo livello della riproduzione virale, cioè l’invasione cellulare).
La molecola di ozono è un gas che ha un’emivita variabile in funzione della temperatura e dell’umidità dell’aria, in condizioni ambientali “reali” (ovvero in presenza di aria umida) ha un’emivita intorno ai 30 minuti a temperatura ambiente. La sua emivita è ancora minore in soluzione acquosa. In considerazione di ciò, normalmente l’ozono è generato in situ al momento dell’utilizzo attraverso ozonizzatori.

Per quanto dura l’effetto della sanificazione? Ogni quanto tempo è necessario ripeterla?

La durata dell’effetto della sanificazione dipende dalla tipologia di ambiente e dalle caratteristiche delle persone che lo frequentano. È comunque fondamentale comprendere che la pulizia e la sanificazione degli ambienti sono alla base del benessere di tutta la collettività. È quindi necessario intensificare tutte le attività ordinarie di detersione e la pulizia di base, prestando particolare attenzione anche ai punti di contatto e alle zone con più afflusso di utenti.

Quanto tempo sopravvive il nuovo Coronavirus sulle superfici?

È stato provato che SARS-CoV-2 si ritrova nell’ambiente in cui una persona infetta ha soggiornato: il virus è presente nelle goccioline respiratorie che sono trasportate dall’aria e si depositano sulle superfici. In linea generale, i coronavirus che infettano l’uomo possono persistere sulle superfici per un massimo di 5 giorni a temperature dai 22°C ai 25°C e umidità relativa dal 40% al 50% (condizioni che si ritrovano frequentemente negli ambienti interni climatizzati).
Alcune prove suggeriscono che SARS-CoV-2 sia in grado di rimanere vitale da ore a giorni sulle superfici di materiali diversi, anche se i risultati ottenuti in ambiente controllato (laboratorio) devono essere interpretati con cautela negli ambienti di vita quotidiana. Dai risultati ottenuti in laboratorio si evince che la stabilità di SARS-CoV-2 è:

  • Nell’aria post-aerosolizzazione: 3 ore;
  • Sul rame: 4 ore;
  • Sul cartone: fino a 24 ore;
  • Su plastica: fino a 72 ore (3 giorni);
  • Su acciaio inossidabile: fino a 48 ore (2 giorni);

Nonostante ci siano evidenze della persistenza del virus sulle superfici, questa via di esposizione al contagio è meno rilevante dell’esposizione diretta alle goccioline respiratorie.

Fonte:
– ECDC, Disinfection of environments in healthcare and non-healthcare settings potentially contaminated with SARS-CoV-2. ECDC: Stockholm; 2020
– Public Health England, Transmission characteristics and principles of infection prevention and control
– Istituto Superiore di Sanità – Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARSCoV-2. Versione del 23 marzo 2020. Gruppo di Lavoro ISS Ambiente e Qualità dell’Aria Indoor. 2020, ii, 10 p. Rapporti ISS COVID-19 n. 5/2020
– ISS – Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico-chirurgici e biocidi. Versione del 25 aprile 2020. Gruppo di lavoro ISS Biocidi COVID-19. 2020, ii, 26 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020

Ozonizzazione o nebulizzazione a freddo? Quali sono le differenze?

La sanitizzazione delle superfici all’interno degli ambienti può avvenire mediante nebulizzazione a freddo dei locali con soluzione con ampia attività microbiologica, battericida e fungicida e di inattivazione dei virus, previa copertura con teli in polietilene a protezione di apparecchiature elettroniche.

L’intervento di ozonizzazione avviene, invece, mediante l’installazione di ozonizzatori. L’ozono è una molecola instabile molto reattiva, costituita da 3 atomi di ossigeno (O3); la reattività è data dal fatto che la molecola tende a perdere uno degli atomi di ossigeno che è prontamente disponibile per legarsi ad altre molecole, ossidandole. La molecola di ozono è un gas che ha un’emivita variabile in funzione della temperatura e dell’umidità dell’aria, in condizioni ambientali “reali” (ovvero in presenza di aria umida) ha un’emivita intorno ai 30 minuti a temperatura ambiente.

Le canalizzazioni dell’aria vanno trattate?

La diffusione del COVID-19 attraverso le secrezioni respiratorie in sospensione (bio-aerosol) in un ambiente chiuso rende fondamentale anche la sanificazione degli impianti di canalizzazione dell’aria degli ambienti, siano questi impianti di ventilazione meccanica, di termoventilazione o di condizionamento.

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F.A.Q.

QUANDO È NECESSARIA UN’ATTIVITÀ DI SANIFICAZIONE?

Come stabilito dal DCPM del 26 aprile 2020, nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di COVID-19, in aggiunta alle normali attività di pulizia è necessario prevedere una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020.

PER QUANTO DURA L’EFFETTO DELLA SANIFICAZIONE? OGNI QUANTO TEMPO È NECESSARIO RIPETERLA?

La durata dell’effetto della sanificazione dipende dalla tipologia di ambiente e dalle caratteristiche delle persone che lo frequentano. È comunque fondamentale comprendere che la pulizia e la sanificazione degli ambienti sono alla base del benessere di tutta la collettività. È quindi necessario intensificare tutte le attività ordinarie di detersione e la pulizia di base, prestando particolare attenzione anche ai punti di contatto e alle zone con più afflusso di utenti.

QUANTO TEMPO SOPRAVVIVE IL NUOVO CORONAVIRUS SULLE SUPERFICI?

È stato provato che SARS-CoV-2 si ritrova nell’ambiente in cui una persona infetta ha soggiornato: il virus è presente nelle goccioline respiratorie che sono trasportate dall’aria e si depositano sulle superfici. In linea generale, i coronavirus che infettano l’uomo possono persistere sulle superfici per un massimo di 5 giorni a temperature dai 22°C ai 25°C e umidità relativa dal 40% al 50% (condizioni che si ritrovano frequentemente negli ambienti interni climatizzati).
Alcune prove suggeriscono che SARS-CoV-2 sia in grado di rimanere vitale da ore a giorni sulle superfici di materiali diversi, anche se i risultati ottenuti in ambiente controllato (laboratorio) devono essere interpretati con cautela negli ambienti di vita quotidiana. Dai risultati ottenuti in laboratorio si evince che la stabilità di SARS-CoV-2 è:

  • Nell’aria post-aerosolizzazione: 3 ore;
  • Sul rame: 4 ore;
  • Sul cartone: fino a 24 ore;
  • Su plastica: fino a 72 ore (3 giorni);
  • Su acciaio inossidabile: fino a 48 ore (2 giorni);

Nonostante ci siano evidenze della persistenza del virus sulle superfici, questa via di esposizione al contagio è meno rilevante dell’esposizione diretta alle goccioline respiratorie.

Fonte:
– ECDC, Disinfection of environments in healthcare and non-healthcare settings potentially contaminated with SARS-CoV-2. ECDC: Stockholm; 2020
– Public Health England, Transmission characteristics and principles of infection prevention and control
– Istituto Superiore di Sanità – Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARSCoV-2. Versione del 23 marzo 2020. Gruppo di Lavoro ISS Ambiente e Qualità dell’Aria Indoor. 2020, ii, 10 p. Rapporti ISS COVID-19 n. 5/2020
– ISS – Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico-chirurgici e biocidi. Versione del 25 aprile 2020. Gruppo di lavoro ISS Biocidi COVID-19. 2020, ii, 26 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020

OZONIZZAZIONE O NEBULIZZAZIONE A FONDO? QUALI SONO LE DIFFERENZE?

La sanitizzazione delle superfici all’interno degli ambienti può avvenire mediante nebulizzazione a freddo dei locali con soluzione con ampia attività microbiologica, battericida e fungicida e di inattivazione dei virus, previa copertura con teli in polietilene a protezione di apparecchiature elettroniche. È bene ricordare che la natura chimica del prodotto utilizzato è quanto influenza maggiormente l’efficacia delle procedure di pulizia e/o disinfezione, rispetto alle modalità con cui esso è distribuito nell’ambiente da decontaminare. Ciò nonostante, un beneficio indubbio dell’utilizzo di questa modalità è quello di raggiungere direttamente superfici più ampie e/o inaccessibili rispetto alla semplice applicazione diretta del disinfettante sulle superfici.

L’intervento di ozonizzazione avviene, invece, mediante l’installazione di ozonizzatori. L’ozono è una molecola instabile molto reattiva, costituita da 3 atomi di ossigeno (O3); la reattività è data dal fatto che la molecola tende a perdere uno degli atomi di ossigeno che è prontamente disponibile per legarsi ad altre molecole, ossidandole.

L’ozono è in grado di ossidare sia composti organici che inorganici. L’azione ossidante dell’ozono fa sì che possa essere utilizzato come agente battericida, fungicida e inattivante dei virus. Per l’inattivazione dei virus è richiesta una somministrazione di gas a concentrazioni superiori rispetto a quella richiesta per i batteri, anche se i virus provvisti di rivestimento (come SARS-CoV-2) sono più sensibili rispetto a quelli che ne sono sprovvisti. L’ozono non distrugge direttamente i virus ma li inattiva: danneggiando le molecole presenti sul rivestimento più esterno li rende inabili di attuare l’interazione specifica con i recettori delle cellule da invadere (viene bloccato il primo livello della riproduzione virale, cioè l’invasione cellulare).
La molecola di ozono è un gas che ha un’emivita variabile in funzione della temperatura e dell’umidità dell’aria, in condizioni ambientali “reali” (ovvero in presenza di aria umida) ha un’emivita intorno ai 30 minuti a temperatura ambiente. La sua emivita è ancora minore in soluzione acquosa. In considerazione di ciò, normalmente l’ozono è generato in situ al momento dell’utilizzo attraverso ozonizzatori.

LE CANALIZZAZIONI DELL’ARIA VANNO TRATTATE?

La diffusione del COVID-19 attraverso le secrezioni respiratorie in sospensione (bio-aerosol) in un ambiente chiuso rende fondamentale anche la sanificazione degli impianti di canalizzazione dell’aria degli ambienti, siano questi impianti di ventilazione meccanica, di termoventilazione o di condizionamento.

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