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EMERGENZA COVID-19

L’emergenza sanitaria COVID-19 che stiamo vivendo rappresenta uno dei momenti più difficili della storia dell’uomo. 
Fin dai primi giorni dell’emergenza BELFOR ha implementato, all’interno dei servizi di technical cleaning, un protocollo di intervento che recepisce le prescrizioni del Ministero della Salute e dei maggiori Istituti Internazionali, mettendosi a disposizione dei propri Clienti con professionalità e in totale sicurezza.

Nuovo coronavirus SARS-CoV-2 o COVID-19

Un nuovo coronavirus è un nuovo ceppo di coronavirus che non è mai stato precedentemente identificato nell’uomo. In particolare quello denominato SARS-CoV-2 non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, in Cina, a dicembre 2019.
Nella prima metà del mese di febbraio l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) , che si occupa della designazione e della denominazione dei virus, ha assegnato al nuovo coronavirus il nome definitivo: “Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2” (SARS-CoV-2). A indicare il nome è stato un gruppo di esperti incaricati di studiare il nuovo ceppo di coronavirus. Secondo questo pool di scienziati il nuovo coronavirus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.
SARS-CoV-2 provoca COVID-19 (dove “CO” sta per “corona”, “VI” sta per “virus”, “D” sta per “disease” e “19” indica l’anno in cui si è manifestata), una malattia respiratoria acuta che può provocare sia sintomi lievi (naso che cola, mal di gola, tosse, febbre) ma che può portare anche a polmonite e gravi difficoltà respiratorie.
Il periodo di incubazione per lo sviluppo della malattia varia dai 2 ai 14 giorni.
Le trasmissioni da uomo a uomo di SARS-CoV-2 avvengono tramite le goccioline respiratorie o attraverso la contaminazione delle mani che sono poi portate alla bocca o agli occhi (dopo aver toccato superfici contaminate).

Fonti:
HSA,   Risk   Group   Classification   for  Severe   Acute   Respiratory   Syndrome Coronavirus 2 (SARS-CoV-2), Aprile 2020.
WHO, The COVID-19 Risk Communication  Package For Healthcare Facilities, 2020.

Quanto tempo sopravvive il nuovo Coronavirus sulle superfici?

È stato provato che SARS-CoV-2 si ritrova nell’ambiente in cui una persona infetta ha soggiornato: il virus è presente nelle goccioline respiratorie che sono trasportate dall’aria e si depositano sulle superfici.
Studi su coronavirus, non SARS-CoV-2, quali il virus della SARS e della MERS, suggeriscono che il tempo di sopravvivenza di questi patogeni sulle superfici, in condizioni sperimentali, oscilla da poche ore fino ad alcuni giorni in dipendenza del materiale interessato, della concentrazione, della temperatura e dell’umidità. Va sottolineato che tale dato si riferisce al reperimento di RNA del virus e non al suo isolamento in forma vitale, e quindi non correlato alla sua reale infettività.
Dati più recenti relativi alla persistenza del virus SARS-CoV-2 ne confermano la capacità di persistenza su plastica e acciaio inossidabile che, in condizioni sperimentali, è confrontabile a quella del virus della SARS (SARS-CoV-1), mostrando anche un analogo decadimento esponenziale nel tempo. Sulle plastiche e l’acciaio inossidabile il virus può resistere fino a 72 ore, anche se la carica infettiva sui suddetti materiali si dimezza dopo circa 6 ore e 7 ore, rispettivamente. Le superfici sulle quali si ha una minore persistenza sono il rame e il cartone, dove è stato osservato un abbattimento completo dell’infettività dopo 4 ore per il rame e 24 ore per il cartone.

Fonte:
Rapporto ISS COVID-19 – n. 25/2020

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